Torna #Threevia, la rubrica di Dietro le Nuvole che riporta di volta in volta tre notizie, curiosità e indiscrezioni su un argomento specifico, solitamente a tema fumettistico, cinematografico o televisivo.
In occasione delle appena passate celebrazioni per il cinquantennale della carriera da mangaka di Go Nagai e dell’uscita su Netflix dell’ottima serie animata Devilman: Crybaby, che porta ai giorni nostri la leggenda del “Grande Uomo Diavolo” e rielabora la storia originale con un gusto e una fedeltà allo spirito dell’opera sorprendenti (oltre a trasporne finalmente in animazione per la prima volta l’epica conclusione), questa puntata è dedicata proprio a Devilman, che per inciso, nel caso qualcuno nutrisse dubbi in proposito, è uno dei manga più belli che siano mai stati scritti.
#1: Devilman e Godzilla
La serie di vicende che ha portato alla nascita di Devilman è nota: un produttore Toei aveva commissionato a Go Nagai il soggetto di un nuovo cartone animato a tema supereroistico in cui far convogliare elementi horror ispirati al manga Mao Dante, scritto e disegnato dallo stesso Nagai l’anno prima ma mai concluso. Nella pianificazione del progetto si rese però evidente che la strada che voleva percorrere il mangaka era troppo estrema per un cartone animato dedicato ai più giovani. È così che sin da subito manga e serie animata hanno iniziato a percorrere due strade molto diverse pur avendo premesse simili.
Tra le fonti di ispirazione più volte citate da Nagai nella creazione di Devilman ci sono – oltre a quanto già costruito nel suddetto Mao Dante di cui per certi versi Devilman può quasi essere considerato un sequel/reboot – numerosi fonti occidentali: la Bibbia ovviamente, filtrata forse anche in parte dalla lezione di John Milton, la Divina Commedia di Dante Alighieri (in particolare nella versione illustrata da Gustavo Dorè che ha segnato l’immaginario pittorico del giovane Go Nagai), fonti storiche legate al periodo dell’inquisizione e studi su varie religioni politeiste e pagane.
Una fonte di ispirazione meno conosciuta e quasi mai citata, ma esplicitamente segnalata da Go Nagai in occasione della conversazione tra lui e Hideaki Anno contenuta nel volume Devilman Tabulae Anatomicae è… Godzilla!
L’elemento più interessante dell’opera Devilman è quello etico-morale: Akira Fudo prende possesso del corpo del demone Amon e prima ancora che combattere contro i demoni che gli si scagliano contro deve combattere con se stesso per aggrapparsi alla sua umanità e non farsi sopraffare dalla furia che gli monta dentro, dalla voglia di sangue, sesso e violenza che il suo nuovo status gli genera.
Nel definire il rapporto tra l’uomo che vuole fare la cosa giusta e il demone che vorrebbe solo spazzare via tutto senza porsi problemi, sin dai tempi di Mao Dante la visione dei film di Godzilla pare sia stata fondamentale. Dice Nagai:
«Pensai fosse una buona idea quella di creare un eroe non necessariamente buono, che potesse quasi essere cattivo. Ecco da dove arrivò l’ispirazione. A quei tempi stavo guardando film come Godzilla e mi identificavo davvero in lui. Senza sapere il perché, attraverso gli occhi di Godzilla, sentivo il bisogno di distruggere carri armati o disperdere una folla a calci. Lo trovavo divertente… È lo stesso stato mentale in cui ho cominciato a scrivere Mao Dante».
Fonti: Fumettologica, Lo Spazio Bianco
#2: Da Devilman a Neon Genesis Evangelion (passando per Ideon)
Il discorso sulle influenze si può fare anche al contrario: non ragionare dunque su ciò che ha influenzato Nagai nella creazione di Devilman, ma piuttosto riflettere su come un’opera fondamentalmente come Devilman sia stata capace di influenzare i mangaka da lì in avanti.
Lo stesso Go Nagai ha ampliato l’universo di Devilman con numerosi spin-off (Amon, Devilman Lady, ecc.) e facendo apparire i personaggi del suo capolavoro, come sua abitudine, anche in opere scollegate (si pensi a Violence Jack, dove addirittura quelle che in un primo momento erano semplici comparsate e citazioni hanno finito con il rivestire un ruolo fondamentale nello svolgimento della conclusione dell’opera, o a Il pazzo mondo di Go Nagai, di cui Akira Fudo è tra i protagonisti principali, o alla presenza di Akira negli OAV anni Novanta Shin Cutie Honey).
Tra le opere di altri mangaka in cui è evidente l’influenza di Devilman si possono citare l’ottimo Kiseiju – l’ospite indesiderato (che fino a un certo punto può sembrare quasi un remake), Zetman e, incredibile a dirsi, I Cavalieri dello Zodiaco (dove il personaggio di Deathmask, cavaliere del cancro, è un evidentissimo omaggio al demone Jinmen).
Un’altra opera fortemente influenzata da Devilman è stato Neon Genesis Evengelion di Hideaki Anno, in particolare per quanto riguarda il finale. Anno, prima dell’uscita del film The end of Evangelion, ha dichiarato:
«Il finale di Evangelion sarà molto simile a quello di Devilman. Deve andare così. Credo che stia accadendo in maniera inconscia. Evangelion ha in sé molto del gusto di Nagai. Non posso cancellarlo. Non posso negare l’impatto che Devilman ha avuto sul nostro lavoro».
Anche Yoshiyuki Sadamoto, character designer della serie, ha fatto dichiarazioni molto chiare in tal senso, citando anche un’altra serie animata praticamente sconosciuta in Italia, Ideon:
«Quando si è svolto il primo incontro, prima ancora che decidessimo il titolo della serie, Anno aveva già reso chiaro che il tema sarebbe stato quello dello scontro tra uomini e dei. Sia io che Anno – tutta la nostra generazione – siamo stati influenzati da Go Nagai, quindi porre un tema simile significava arrivare a un finale alla Devilman. […] Abbiamo parlato a lungo di come desiderassimo fare un’opera simile a Ideon, e a dire la verità la composizione della storia è simile. Per esempio, la Nerv può essere considerata come la Solo Ship, combattente solitaria al contempo contro l’umanità e il Buff Clan, con un robot incomprensibile che può comunicare solo con i bambini, va in berserk, ecc… Non sarebbe esagerato dire che se sommi Ideon e Devilman e dividi per due, ottieni Evangelion.»
Fonti: Animeclick, Forum Evageeks, Intervista con Yoshiyuki Sadamoto
#3: Devilman di… Brian Yuzna???
Forse qualcuno, come me, ha avuto la sfortuna di vedere il lungometraggio in live action di Devilman uscito nel 2004 e diretto da Hiroyuki Nasu. Io lo vidi al tempo e ricordo molto poco, salvo la delusione nel vedere sviliti e a malapena abbozzati tutti i temi principali dell’opera originale in un filmetto action con effetti speciali fintissimi e archi narrativi buttati lì a casaccio.
Il film, comunque, mi dice Wikipedia, è stato votato come peggior film giapponese degli anni Duemila in un sondaggio online, quindi non ha fatto schifo solo a me.
Sempre Wikipedia (ma non solo) riporta, con una serie di incroci che purtroppo non arrivano ad alcuna fonte attendibile, una curiosità sul tema “Devilman in live action” che vale la pena segnalare.
A quanto pare, a metà degli anni Novanta era nato un primo progetto per un film di Devilman che doveva essere diretto nientemeno che da… Brian Yuzna, autore horror di culto, regista di pellicole quali The Dentist e Re-Animator 2.
Pare che fossero della squadra Screaming Mad George (Grosso Guaio a Chinatown, Faust, Beyond Re-Animator) agli effetti speciali e Aki Komine e Taka Ichise alla produzione e che esistesse già una sceneggiatura completa. Il progetto però sarebbe naufragato sia per dissidi tra Yuzna e Komine, sia perché ci si rese conto che sarebbe stato difficile rendere giustizia alla storia di Akira Fudo con gli effetti speciali dell’epoca.
Dato che, come vi dicevo, le fonti individuate sul tema sono molto parche di informazioni e comunque non troppo affidabili (un paio di wiki e pagine facebook, più un riferimento a un sito ora chiuso, Occhisulcinema.it, che dovrebbe essere la fonte primaria) ho provato, per ora senza successo, a contattare Yuzna per confermare la voce e parlare della sceneggiatura che era stato scritta all’epoca. Nel caso dovessi riuscire a parlarci, pubblicherò un altro pezzo sul tema qui, Dietro le nuvole!
Fonti: Devilman Wiki, Occhisulcinema.it (offline)