The Killing Joke è una delle più famose e amate storie di Batman. Scritta da Alan Moore e disegnata da Brian Bolland, racconta le origini del Joker (o perlomeno una delle tante possibili) e mette in scena l’ennesimo scontro tra Batman e la sua arcinemesi.
Ne abbiamo parlato pochi giorni fa su Instagram in relazione al finale. Che, a sorpresa, è molto più aperto all’interpretazione di quanto una prima lettura potrebbe suggerire…
Di cosa parla The Killing Joke?
Il Joker, tanto per cambiare, evade da Arkham. Per qualche motivo, stavolta non vuole limitarsi a commettere la solita catena di crimini e omicidi. Questa volta con le sue azioni vuole dimostrare qualcosa. Vuole provare che basta una giornata storta per far impazzire anche il migliore degli uomini.
Cerca di farlo accanendosi sul più onesto che conosce: il commissario Gordon. Lo attacca personalmente. Spara a sua figlia, Barbara Gordon, costringendola su una sedia a rotelle. Rapisce Gordon, lo umilia e lo obbliga a vedere le foto dell’aggressione subita dalla figlia.
Alla fine, Gordon non impazzisce e Batman salva la situazione. Il combattimento tra il pagliaccio e il pipistrello si chiude con il primo che racconta una barzelletta. Le ultime vignette sono per la coppia di nemesi che ride insieme, di gusto. Finché la risata non si spegne e così le sirene della polizia e resta soltanto il silenzio e una pozzanghera su cui cade incessantemente la pioggia.
Il finale di The Killing Joke
In realtà si direbbe un finale molto lineare (e pure un po’ bromance, dai). Quando l’ho letto la prima volta, l’ho preso per quello che era senza pormi troppi domande. Solo successivamente ho scoperto che alcuni interpretano quel silenzio improvviso, quella risata spezzata, come il segnale che in quella scena Batman uccide il Joker.
La teoria in realtà gira da un pezzo ma se ne è parlato parecchio nel 2013, quando, ospite al podcast di Kevin Smith Fat Man on Batman, un signore di nome Grant Morrison l’ha fatta sua.
«Nessuno capisce il finale perché Batman uccide il Joker», dice Morrison. «È per questo che la storia si intitola The Killing Joke. Alla fine il Joker racconta la “barzelletta che ammazza”, Batman si avvicina e gli spezza il collo, per questo la risata si ferma e le luci si spengono. Perché era l’ultima occasione che avevano per venirsi incontro. Alan Moore ha scritto la storia definitiva sul rapporto tra Batman e il Joker… e gli ha dato un finale definitivo! Ma è stato ambiguo, in modo che la gente non possa essere sicura di come è andata, il che significa che non deve essere necessariamente l’ultima storia di Batman e Joker. Se lo rileggi bene, è davvero ovvio!»
Anche il disegnatore, Brian Bolland, ha ironizzato su questa ambiguità nella postfazione di una delle ristampe della versione ricolorata:
«A proposito, è ora di rivelarvi cosa succede davvero alla fine di The Killing Joke: mentre i nostri protagonisti sono in piedi nella pioggia e ridono per la barzelletta finale e le luci delle sirene si riflettono nelle pozzanghere di acqua sporca ai loro piedi, la mano di Batman raggiunge il Joker e…»
Ma quindi Batman ha ucciso il Joker?
In effetti rileggendo The Killing Joke questa interpretazione ha qualche appiglio ed è molto suggestiva.
Certo, contraddice lo spirito tutto sommato “positivo” della storia e si lascia sfuggire la spiegazione più ovvia: la vignetta di chiusura e quella di apertura di The Killing Joke sono quasi uguali, a indicare una ciclicità infinita nel conflitto tra i due (e quindi nulla è stato spezzato).
Ci sono anche altri indizi che Alan Moore non intendesse uccidere il Joker alla fine di The Killing Joke.
Il primo è che la storia è in continuity ed è sempre stata pensata in continuity. Un cambio così epocale dello status quo non sarebbe stato mai permesso, già Moore si era spinto un bel po’ in là ottenendo il permesso di ridurre la povera Barbara in quelle condizioni.
Il secondo è che nella sceneggiatura originale scritta da Alan Moore non c’è alcun tipo di ambiguità. Anzi, la terza vignetta della tavola recita:
«Inquadratura a mezzo busto di Batman, frontale. Si rende conto dell’assurdità della situazione, e un angolo della bocca si arriccia verso l’alto. Lui e il Joker si uccideranno l’un l’altro, prima o poi. È destino. Tanto vale godersi questo raro momento di contatto finché dura».
Inoltre, la sceneggiatura si chiede con la richiesta esplicita di Alan Moore di non inserire la parola “Fine” nell’ultima tavola. Mi sembra un’indicazione chiara della volontà di lasciare il discorso aperto, e sarebbe un’indicazione bizzarra nel caso si volesse giocare sull’ambiguità di un’ipotetica morte del Joker.
Certo, però, vale sempre la regola per cui quando una storia viene pubblicata ed esce nel mondo smette di appartenere al suo autore e diventa del pubblico. Che ha tutto il diritto di tradire l’intenzione dell’autore per lanciarsi in spericolate interpretazioni e speculazioni!
Quindi… voi che ne dite? Alla fine di The Killing Joke, Batman uccide il Joker?