Chi è abituato a utilizzare i mezzi pubblici a Bologna, ha sicuramente avuto modo di “ammirare” i cartelli della campagna di sensibilizzazione al rispetto delle regole promossa da ATC/TPER a partire dal 19 novembre scorso. Fondo rosso inquietante, omini neri stilizzati, i cartelli presentano il titolo della campagna di comunicazione, un semplice gioco di parole: Io vado e non evado. A integrare il titolo, troviamo un claim in rima: “è davvero ben scorretto chi non timbra il suo biglietto” (o in alcuni casi la variante “se ti prendi troppo spazio qualcun altro paga dazio”).
La cartellonistica integra una campagna più ampia che prevede, tra le altre cose, un’intensificazione dei controlli a bordo, flyer appendibili con il riassunto delle buone regole da rispettare e altre cosette che potete trovare nella pagina dedicata alla campagna sul sito TPER.
È evidente che una campagna di sensibilizzazione al rispetto delle regole a bordo promossa dallo stesso ente di trasporto pubblico ha molte criticità. Si corre il rischio di essere paternalisti, di dare una percezione dissonante di sé, di puntare tutto sul rispetto delle regole senza curarsi delle cause che portano alla sua mancanza e senza prendersi alcun tipo di responsabilità, di temere il contradittorio al punto da avviare una campagna unidirezionale senza alcun interesse per l’opinione dei proprio clienti. Chi ha curato questa campagna di comunicazione per ATC/TPER, incredibilmente, è riuscito a commettere tutti questi errori. Il risultato finale arriva a scontentare ognuno dei possibili target: non rafforza positivamente chi già rispetta le regole e non ha argomenti per far desistere chi invece non le rispetta. Oltretutto, il tentativo zoppicante di giocare sulle note ironiche facendo ricorso a rime stentate e giochi di parole ottiene l’effetto opposto a quello desiderato e la campagna finisce con il sembrare una presa in giro.
Tutto questo per dire che ho molto apprezzato la controcampagna organizzata da qualche valoroso che ha piazzato su alcuni autobus TPER degli adesivi che richiamano grafica e stile di “Io vado e non evado” declinandola però come “Io evado e me ne vado“, con tanto di copy, alcuni in rima, altri più seri ed espliciti (“6 milioni di evasione e il coraggio di aumentare il prezzo del biglietto”, recita l’adesivo che ho visto ieri sul 14). Sicuramente, rispetto alla campagna originale, il messaggio trasmesso è sbagliato e negativo. Ma, paradossalmente, quanto è più onesto?