Gipi post Orson Welles

Ha iniziato a girare sul web circa una settimana fa un video avente per protagonista la giornalista Maria Cuffaro, che durante un’edizione del Tg3 annuncia l’arrivo dei marziani in Italia.

Immagino che dopo averlo visto nessuno di voi si sia messo le mani nei capelli temendo l’imminente arrivo degli extraterrestri. E infatti la notizia è falsa, nonostante l’ufficialità conferita dal volto della “presentatrice” e dal logo TG3 a inizio ripresa. Il video fa parte della campagna di marketing de L’ultimo Terrestre, il primo film diretto dal fumettista Gian Alfonso “Gipi” Pacinotti, in uscita nelle sale italiane a settembre (e in anteprima a fine agosto al Festival del Cinema di Venezia). Devo ammettere che per un attimo mi ero illuso che lo avessero davvero, coraggiosamente, trasmesso alla fine di una edizione del Tg3, nonostante alcuni elementi (e il buon senso) indichino chiaramente che così non è stato. In realtà si tratta più banalmente di uno spezzone del film, diffuso su Internet nella speranza di scatenare il virale. Sulla stessa base poggia l’idea del sito internet correlato, Esseri di luce.

Ora, dimentichiamoci per un istante che un Tg non darebbe mai una notizia simile in questo modo (a fine puntata, dopo il calcio, per un totale di un minuto e cinquanta di sguardo in camera della giornalista senza supporto di immagini e collegamenti esterni) e che, se nel contesto narrativo del film probabilmente la cosa nemmeno si noterà, quando vai a lavorare a un virale, che invece è decontestualizzato, a questi dettagli devi prestare una certa attenzione. Diciamo che si è fatto in modo di ottenere il massimo risultato col minimo sforzo.

Quello che mi colpisce della vicenda è che sovverte un po’ il fondamento stesso di quella che deve essere una campagna di marketing virale. ossia l’originalità dell’idea di fondo. Diffondere la notizia di un falso sbarco degli alieni, diciamocelo, ha smesso di essere originale nel 1938. Eppure con una semplice ricerca su google ci rendiamo conto che la notizia è rimbalzata su vari siti, su youtube il video ha superato le 700mila visite in una settimana (senza contare le visite di altre piattaforme che l’hanno diffuso, tipo Repubblica TV) e ha già dato origine a un paio di video di reazione; quindi allo stato attuale possiamo affermare che il virale funziona. Nonostante il video sia uno spezzone del film decontestualizzato, nonostante non sia credibile né nella forma né nel contenuto, nonostante non abbia spiccati elementi di originalità, funziona!

E sapete perché funziona? Perché in paesi come l’America il Marketing Virale cinematografico è una realtà ormai affermata e da The Blair Witch Project in poi ha offerto veramente cose di cui parlare e trovate geniali e divertenti (penso per esempio alla campagna di The Dark Knight, che un po’ m’è rimasta nel cuore). In Italia invece il Marketing Virale nel cinema, salvo poche eccezioni, non esiste. E un servizio del Tg3 con annesso sito sui Rettiliani ti stupisce comunque, perché non te lo aspetti.

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