Avete sentito? Il blog CocaColla.it, che per due anni si è occupato di advertising, design, comunicazione e tante altre belle cose, guadagnandosi un numero consistente di fan ed estimatori, chiude. E chiude per non essere schiacciato da un colosso come Coca Cola Company, che ha minacciato azioni legali per via della somiglianza del nome del dominio del blog con quello del sito della compagnia, Coca-cola.com.
Nelle parole del comunicato stampa ufficiale:
La motivazione è la seguente: … che la registrazione e l’utilizzo da parte sua del nome a dominio www.cocacolla.it determina l’insorgere di un grave rischio di confusione per i consumatori che possono essere indotti a ritenere che il segno COCACOLLA ed il nome a dominio www.cocacolla.it siano volti a contraddistinguere prodotti/servizi distribuiti, organizzati o sponsorizzati dalla nostra cliente o che comunque l’uso del segno COCACOLLA da parte sua sia stato autorizzato dalla nostra assistita in base ad accordi o altri legami contrattuali o societari, il che non corrisponde al vero. L’uso del segno COCACOLLA e del nome a dominio www.cocacolla.it da parte sua costituisce inoltre contraffazione dei celebri marchi costituiti dalla dicitura Coca-Cola della nostra assistita. In poche parole ci chiedono di chiudere, cedere il dominio e di sospendere la pratica di registrazione del marchio. Ed in soli 15 giorni.
L’idea di chiamare il blog CocaColla nasce da uno dei nostri primissimi brainstorming, quando pensammo di mettere insieme la colla, elemento fondamentale dell’artistica di base e della street-art, con la Coca-Cola, simbolo della cultura pop, dell’industrializzazione e della pubblicità. Per noi in questo nome c’era tutto quello che volevamo comunicare: tutte le nostre passioni, tutti gli argomenti che di lì a poco sarebbero diventati i temi del nostro lavoro quotidiano di ricerca e produzione di contenuti. Un nome facile da ricordare e irriverente che fa il verso proprio al soft drink più famoso al mondo.
L’espressione chiave qui, che ci fa anche capire quanto sia stupida l’idea di far causa ai ragazzi di CocaColla, è “simbolo della cultura pop“. Coca Cola ha smesso di essere solo un marchio decine di anni fa, diventando per l’appunto un simbolo che al giorno d’oggi veicola una gran quantità di significati diversi (alcuni dei quali, va detto, estremamente negativi). Un simbolo con cui dovremmo essere in pieno diritto di giocare quanto ci pare e piace.
Perché nel caso di CocaColla.it chiaramente di gioco si trattava: il blog non riprende in alcun modo gli elementi eidetici e cromatici tipici del “marchio” Coca-Cola, né la struttura del sito della compagnia, né millanta in alcun modo un qualche contatto col colosso di Atlanta. Ciononostante, il consiglio degli avvocati è stato di cedere senza lottare. Ed è stato, presumo, un consiglio saggio, visti i rischi che si corrono a sfidare direttamente una multinazionale di simile caratura. Ma d’altra parte è chiaro che Coca Cola Company non guadagna nulla, economicamente, dalla chiusura del dominio CocaColla.it e anzi contemporaneamente perde qualcosina (poco, eh!) in termini di immagine. Tutta l’operazione quindi non è una manovra legale, ma una triste, tristissima prova di forza.
Chiariamoci però: a partire dal 5 marzo di quest’anno CocaColla.it non esisterà più, ma la sua redazione è viva vegeta e si riciclerà in un progetto nuovo, con un titolo nuovo e un nuovo blog (attendiamo di vedere i risultati) e credo con un pubblico più vasto di prima. Diffondere immediatamente i perché e i percome della chiusura del portale, infatti, oltre che doveroso, è stato, sulla carta, comunicativamente vincente: si è andata a istituire immediatamente una struttura conflittuale piuttosto marcata, in cui è impossibile non parteggiare per CocaColla.it. Gli utenti del blog (così come i lettori occasioni o chi, come me, il blog lo conosceva solo per sentito dire o lo ha scoperto ora), sono inoltre stati chiamati ad agire di persona, dire la propria, intervenire nel dibattito online criticamente e/o creativamente tramite l’hashtag #SUPPORTCOCACOLLA. Paradossalmente, questo cambio forzato di nome e identità, se ben orchestrato, anziché abbattere il team di CocaColla potrebbe essere la sua fortuna.
una triste e patetica prova di forza che la nota multinazionale poteva francamente risparmiarsi.