Sta facendo parlare in questi giorni lo spot del Buondì Motta, in cui una bambina petulante e verbosa ha pretese eccessive per la colazione e la madre che cerca di contraddirla viene colpita da un meteorite (a quanto pare i meteoriti credono agli slogan sulla genuinità delle merendine molto più degli esseri umani). Mi rendo conto che è una sintesi molto estrema e un po’ partigiana, quindi per permettere a tutti di giudicare ecco di seguito il video:
Lo spot, che ha anche un sequel che potete trovare qui, ha sollevato un bel polverone per i motivi sbagliati: alcuni lo hanno considerato violento, alcuni hanno gridato “i bambini! nessuno pensa ai bambini?” che tuttora sono considerati dagli adulti incapaci di distinguere tra realtà e finzione, alcuni addirittura hanno interpretato i dialoghi come “irrealistici” senza rendersi conto che è proprio sui dialoghi surreali che vuole giocare la narrazione. L’AIART (l'”associazione dei telespettatori e dei cittadini mediali” di cui fino a stamattina non avevo mai sentito parlare) ha affermato che segnalerà la pubblicità all’AGOM.
In realtà il motivo corretto per cui questo spot dovrebbe destare scalpore è un altro, e cioè che è brutto e incredibilmente trash. Quindi oggi ci (ri)guardiamo quattro spot che, giocando su elementi simili a quello dello spot Buondì, in anni più o meno recenti hanno fatto un lavoro molto migliore.
LG, 2013
Sulla scia del successo di vari esperimenti sociali (tipo i piccoli capolavori messi in piedi da Dove) e video-prank degli anni precedenti, nel 2013 la branca cilena di LG mette alla prova il foto-realismo dei suoi schermi televisivi in questa serie di falsi colloqui di lavoro… con sorpresa. L’agenzia è Grupo:Link di Santiago. È tutto finto e gli intervistati sono in realtà degli attori, ma l’effetto finale è strepitoso.
VIVIDENT, 2011
Questo ve lo metto in versione originale, perché in quella italiana vorresti far cadere il meteorite sulla marionetta e hanno censurato con un corpetto la scena che si vede anche nell’anteprima. A metà tra Monthy Python e Douglas Adams (citato esplicitamente nel finale) questo spot realizzato dall’agenzia Selection di Milano insegna come usare nel modo giusto trash e nonsense.
VIGORSOL, 1997
L’omino del lotto, con i suoi “Yes”, lo odiavamo un po’ tutti, e proprio per questo immedesimarsi nel povero protagonista di questo spot ideato dall’agenzia londinese Bartle Bogle Hegarty era facilissimo. La qualità del girato e il ritmo molto british fanno di questo spot un piccolo gioiello, che gioca con gli stilemi registici e fotografici della commedia nera inglese.
CIOCORÌ, 2000
Devo ammettere che quando ho visto questa pubblicità – per cui non sono riuscito a risalire all’agenzia, se qualcuno me la può segnalare ben venga! – ho pensato che fosse un po’ precedente e invece è del 2000. Non la uso in chiusura per caso: è la controparte perfetta dello spot Buondì e la protagonista femminile potrebbe benissimo essere parente della bambina odiosa che assiste impotente alla morte per meteorite della madre. Ma quanto è più divertente? Quanto è più inaspettata? Quando è più sorprendente la svolta finale? Quanto è più buono il Ciocorì?