Pam & Tommy: ma allora com’è?

È uscita oggi su Disney+ l’ultima puntata di Pam & Tommy, la serie incentrata sullo scandalo del sex tape più famoso della storia, quello che vedeva come protagonisti Pamela Anderson e Tommy Lee. È dunque giunto il momento di tirare le somme: merita o non merita?

Pam e Tommy su Disney+

La serie parte male, anzi malissimo: il pilota è tutto dedicato a Rand Gauthier (interpretato da Seth Rogen), il falegname che ha rubato e diffuso il video; l’empatia è tutta per lui, è un povero disgraziato maldestro e appassionato di filosofie orientali e ci sta simpaticissimo.

Poi piano piano ci spostiamo verso il punto di vista di Pamela Anderson (soprattutto) e Tommy Lee e la cosa inizia a girare un po’ meglio, ma per controbilanciare l’ambiguità del ruolo di Randy ci troviamo una serie di scelte di scrittura forzate quanto vuote per evidenziare nella maniera più esplicita possibile che è un mondo di uomini che fanno quello che gli pare e le donne subiscono le conseguenze dell’egemonia patriarcale.

Non ho da ridire sul messaggio in sé, ma sul modo superficiale e semplicistico in cui viene articolato all’interno della narrazione.

Pam e Tommy - Rand Gauthier (Seth Rogen)

Il tentativo è ancora più ridicolo se consideriamo che nella puntata finale si continuano a giustificare le azioni di Randy, che si pente non della diffusione del sex tape in sé, ma del fatto che a rimetterci più di tutti è stata l’innocente Pamela, mentre era Tommy lo stronzo a cui lui voleva farla pagare. Sono un fan delle storie dove riesci a empatizzare con il “cattivo” ma qui ci spingiamo un po’ troppo in là.

Detto questo, ottime regia, fotografia e veste produttiva; la linea emotiva tiene botta mentre ci avviciniamo sempre di più al mondo di Pam fino a volerle davvero bene e a soffrire con lei per ogni casino che le piove in testa.

Lily James è Pamela Anderson, Sebastian Stan è Tommy Lee

Lily James (truccata e protesata) e Sebastian Stan (tatuato e plurianellato) sono eccezionali, identici in maniera paranormale rispettivamente a Pam e Tommy. Restituiscono forse una dimensione un po’ troppo macchiettistica dei rispettivi personaggi nella voce e nelle movenze (immagino per scelta registica, quasi a voler dire che non ci fosse differenza tra ribalta e retroscena di due celebrità sempre così al centro dei riflettori), ma all’interno di questo registro sopra le righe lavorano di fino e mostrano tutto il loro talento e una chimica spaventosa.

Insomma, non mi sento di bocciare del tutto la serie nonostante il modo in cui è stato gestito il personaggio di Randy. Una volta superata la premessa che Gauthier fosse solo un povero diavolo e accettata l’idea di averlo come coprotagonista, Pam & Tommy è godibile e anche piuttosto appassionante, con qualche guizzo di follia* che non guasta mai. Vale la pena darci un’occhiata per farsi una propria idea.

* Ah, il monologo del pene per me, in questo caso, anche no.

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