TS+FF #1: Inmortal, Boys from Country Hell, Yummy

C’è la pandemia, i cinema sono (inspiegabilmente) chiusi. I festival e gli eventi culturali si reinventano modularmente per offrire comunque una loro esperienza di visione. È il caso del Trieste Science+Fiction Festival, in corso in questi giorni (dal 29 ottobre al 3 novembre), che prima dell’ultimo DPCM prevedeva parte del programma dal vivo e parte online. È rimasta solo la parte online.

Non è la stessa cosa, ma almeno anche io che a Trieste non avrei avuto modo di andare ho la possibilità di vedermi i loro contenuti da casa alla modica cifra di 9,90 via MyMovies. Ecco dunque un primo post con alcune delle cosette che mi sto vedendo in questi giorni.

Inmortal

di Fernando Spiner
(Argentina, 2020, 96′)

Ana fa la fotografa in giro per il mondo. In seguito alla morte del padre, torna nella natia Buenos Aires per gestire questioni legate all’eredità. Qui si ritrova coinvolta nelle ricerche del misterioso dottor Benedetti, vecchio conoscente del padre, che sostiene di aver trovato il modo di accedere a un’altra dimensione in cui è possibile conservare e ritrovare le anime dei propri cari defunti. Inizialmente convinta che si tratti di una truffa, la ragazza dovrà preso ricredersi.

La premessa è accattivante e, come nella tradizione del racconto fantascientifico argentino, potrebbe essere l’occasione per riflettere su temi di ampio respiro e domande di senso. E invece no. L’esperimento riesce solo per metà. Tanto è buona la costruzione iniziale quanto banale lo svolgimento. Il risultato è un film a suo modo suggestivo ma poco coinvolgente, che si perde definitivamente sul finale in un maldestro tentativo di annodare fili che non si sentivano sfilacciati con una chiusura affrettata e un po’ casuale – tra l’altro con una sequenza che, pur non riuscitissima in sé, meritava degli effetti speciali migliori. Note positive: le buone performance della protagonista Belén Blanco, di grande presenza scenica, e di Daniel Fanego, attore per cinema, tv e teatro e doppiatore, che interpreta il dottor Benedetti.

Boys from Country Hell

di Chris Baugh
(Irlanda, UK, 2020, 90′)

A Six Mile Hill, sperduto Dio solo sa dove nella campagna irlandese, il tempo scorre lento. L’unica attrattiva turistica è la tomba di Abhartach, una figura mitica del folklore locale che secondo alcuni ha ispirato Bram Stoker nella creazione del suo Dracula. Quando per costruire una nuova strada quella tomba viene abbattuta, il mostro viene nuovamente liberato. Ad affrontarlo, il giovane Eugene, il suo scorbutico padre, e il manipolo degli amici del pub.

Il tono è quello della horror comedy sul modello, evidentissimo, tracciato da Edgar Wright con il suo Shaun of the Dead, ma non mancano i riferimenti ad altri autori di genere, uno su tutti il John Landis di Un lupo mannaro americano a Londra. Chris Baugh, che scrive e dirige, non è efficace quanto i suoi predecessori (leggi: fa meno ridere), ma ci regala comunque un film d’intrattenimento divertente e ben girato, con un paio di intuizioni visive notevoli – soprattutto rispetto al modo in Abhartach si nutre delle sue vittime – e una risoluzione finale spassosissima. Non è un’opera imperdibile né memorabile, ma sicuramente gustosa.

E a proposito di gustosa…

Yummy

di Lars Damoiseaux
(Belgio , 2020, 88′)

Michael, la sua prosperosa fidanzata e la madre di lei, si recano in “vacanza” in una clinica chirurgica in est Europa: riduzione del seno per lei, ritocchini vari per la madre. Quando l’uomo trova una ragazza seminuda e imbavagliata in una delle stanze dell’ospedale, prova a liberarla, senza rendersi conto che con quel suo gesto sta per scatenare un’apocalisse zombie su piccola scala.

A me le Follie di Mezzanotte del Future Film Festival (mutuate presumo dalla sezione Midnight Madness di Toronto) mancano tantissimo: ci trovavi film divertentissimi, stupidi, violenti in maniera del tutto insensata, da cervello spento a stomaco forte. Anche il Trieste Science+Fiction Fest ha il suo equivalente nei Midnight Screenings, che quest’anno ci regalano Yummy. A descriverlo, potrebbe essere un film della Troma: trama esile, personaggi bidimensionali e incredibilmente scemi, comicità greve e gore a palate. Ma anziché un americano, a dirigerlo è un belga. Il risultato è che è girato in maniera maledettamente efficace, con trovate di regia e fotografia divertenti e divertite che alla fine lo rendono una visione leggermente (leggermente) più raffinata di quello che ci si potrebbe aspettare dalle premesse. Da vedere comunque in compagnia, possibilmente con tanto alcool e in modalità risata e rutto liberi.

P.S. Avevo anche provato a vedere Skylin3s ma la serie Z scorreva troppo potente in lui e mi sono fermato dopo meno di mezzora.

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