Ogni volta che la terra trema, i complottisti escono dai buchi in cui normalmente stanno rintanati. Non dubito che molti di coloro che diffondono boiate all’indomani di eventi catastrofici come il terremoto in Emilia-Romagna siano in buona fede, ma prima di accettare ipotesi campate in aria e gridare allo scandalo, farebbero bene a verificarle.
A quanto pare l’ultima moda in tema di terremoti è dare la colpa al fracking, una pratica utilizzata per scoprire ed estrarre il petrolio, che, semplificando, consiste nell’utilizzare liquidi ad alta pressione (solitamente l’acqua mista ad altri materiali) per fratturare il terreno, frantumando gli scisti friabili contenuti nella roccia sedimentaria e liberando i gas in essi contenuti. Effettivamente sembra abbastanza condivisa la nozione per cui il fracking potrebbe causare piccole scosse sismiche, e anzi come rapporto causa-effetto è anche abbastanza intuitivo. Talmente intuitivo che già l’anno scorso alcuni giornali americani, in occasione del terremoto in Oklahoma, avevano tentato di adombrare la possibilità che la causa fosse proprio l’utilizzo di simili pratiche, ma, vista l’entità del sisma, gli esperti smentirono. Talmente intuitivo che in Europa si guarda alla pratica del fracking con grande sospetto, e che in Italia, il fracking, non si pratica. E fuori uno.
Poi c’è la moda vecchia, il progetto HAARP, già chiamato in causa ai tempi dello tsunami in Giappone e del terremoto in Abruzzo. Cos’è questo HAARP? National Corner scrive:
Acronimo di High Frequency Active Auroral Research Program, HAARP è un’installazione civile e militare statunitense situata in Alaska nata con lo scopo dichiarato di compiere ricerche sugli strati alti dell’atmosfera e della ionosfera e la ricerca sulle comunicazioni radio per uso militare.
Proprio per rendere possibii queste ricerche, l’impianto HAARP provoca delle piccole perturbazione nella Ionosfera. Le teorie complottiste, come sempre in questi casi, offrono un ampio ventaglio di possibili attività legate a questa perturbazione: controllo climatico, controllo dell’elttromagnetismo terrestre e, chiaramente, possibilità di causare catastrofi e terremoti. Neanche a dirlo, la comunità scientifica non condivide tali analisi, ma anche volendo prenderle per buone… che abbiamo fatto di male agli Americani per meritarci un terremoto di prova? Fuori due.
Il terzo grande complotto di cui s’è scritto in questi giorni è quello che ha colpito il povero Giampaolo Giuliani, sismologo che sostiene di essere in grado di anticipare gli eventi sismici di 8-24 ore. Di lui si è parlato soprattutto perché le sue teorie sono state pubblicizzate (e date per certe) da Beppe Grillo sul suo seguitissimo blog. Il mondo scientifico intero lo ignora, ma meno male che c’è Beppe Grillo! Sui perché e i percome del caso Giuliani, ha scritto un articolo molto eloquente Beatrice Mautino. Qui mi limito a riepilogare: Giuliani sostiene di riuscire a prevedere i fenomeni sismici grazie all’analisi delle emissioni di radon. Una correlazione tra oscillazioni del radon e terremoti è stata ipotizzata da altri prima di lui, ma nessuna ricerca o esperimento in proposito ha dato i risultati aspettati. Giuliani si è addirittura fermato prima: si è convinto della correlazione basandosi sulle sue osservazioni personali senza pensare a uno studio sperimentale chiaro e definito della vicenda da sottoporre alla comunità scientifica. Non possiamo escludere categoricamente che Giuliani abbia compreso effettivamente la natura di questa ipotetica correlazione, ma finché non procederà nelle sue analisi applicando il metodo scientifico, facciamo bene a dubitarne seriamente, visti anche gli esempi di ricerche passate che hanno escluso tale relazione apparente. Fuori Tre. Vogliamo cambiare battitore?
“solitamente l’acqua mista ad altri materiali”
qui fai un pò di disinformazione. Specifica quali sono gli altri materiali e non minimizzare il dramma (anche solo estetico) del fracking in america (hai visto i paesaggi?)
Poi “gli esperti smentiscono” che il terremoto in Oklahoma è correlato al Fracking… gli stessi esperti che dicono che un terremoto non è prevedibile? Allora che diamine ne sanno loro?
Per il resto il tuo articolo è preciso, espresso con correttezza ed equita. Ho sentito però (durante una proiezione sul Fracking) una del pubblico dire che si stavano facendo i primi eperimenti in Italia. E’ infondata come notizia?
Non ho specificato quali siano i materiali perché variano da compagnia a compagnia, ma in effetti vale la pena precisare che sono materiali di scarto potenzialmente molto dannosi, ma non per questioni legate ai terremoti, ma proprio per via della loro composizione chimica altamente inquinante.
Gli esperti che dicono che un terremoto non è prevedibile ne sanno sicuramente più di te e di me messi insieme. Al momento non c’è alcuna prova che colleghi il fracking a fenomeni sismici di ampia portata quali il terremoto in Oklahoma e quello in Emilia-Romagna.
Sul Fracking in Italia ho sentito numerosi voci anch’io. Pare che sia stato usato nel 2009 da una società estera a Ribolla, in provincia di Grosseto, ma s’è trattato di una sola perforazione seguita da sei settimane di test. Se ne trova conferma sul sito della società in questione, la Independent Resources:
«The FB 2 well (target zone present at a depth of 340 m, 1100 ft) was subsequently drilled to test the coal’s productivity in the shallow part of the basin, where the coal and the gas shale were found to be saturated with gas. A hydraulic fracture job coupled with ceramic proppant, designed to enhance productivity, was followed by a seven weeks production test.»
Sempre la independent Resources tra l’altro era legata al progetto della creazione di un centro di stoccaggio del gas a Rivara, quello che è stato (provvisoriamente?) bloccato proprio all’indomani del terremoto.
Allo stato attuale in Italia non c’è nessuna legge o autorizzazione che permetta esplicitamente la pratica del fracking, che come ricordavi giustamente tu è molto dannosa indipendentemente dai suoi ipotetici legami con il terremoto. All’indomani del terremoto, girava sul web un documento che veniva spacciato appunto per un’autorizzazione di questo tipo, ma andando a leggerlo non si parlava da nessuna parte di un’attività assimilabile al fracking.
E ad ogni modo tieni conto che l’autorizzazione per una pratica simile prevederebbe sicuramente prima di tutto una valutazione di impatto ambientale.
Certo, detto questo non si può escludere l’esistenza di trivellazioni abusive, ma sarebbe un’ipotesi tutta da dimostrare…