Avete già visto Reacher su Prime Video? La nuova serie Amazon Original tratta dai romanzi di Lee Child sta riscuotendo un enorme successo, ed è già confermata la produzione della seconda stagione. Ospite a Inside of you, il podcast di Michael Rosenbaum, Alan Ritchson (Titans, Blue Mountain State) – che interpreta il protagonista Jack Reacher – ha però rivelato alcuni retroscena a dir poco inquietanti del lavoro sul set della serie. Un insieme di fattori che avrebbero potuto causare la sua morte.
L’attore ha rivelato che in un primo momento gli era stato chiesto di girare 7 giorni su 7 senza soluzione di continuità, una pretesa assurda per una qualunque serie ma del tutto improponibile per una serie d’azione che richiede uno sforzo fisico enorme, soprattutto per il protagonista.
Prendendo atto del fatto che la serie andava completata in pochissimo tempo per questioni di budget, Ritchson ha accettato di girare sei giorni su sette. Per intenderci, normalmente una serie tv si gira per cinque giorni a settimana, a volte persino meno, in modo da poter usare gli altri giorni per riposare, memorizzare battute e coreografie.
Dato che nell’ultimo giorno della settimana si tende a chiudere molte scene, giranto sei giorni su sette Ritchson si ritrovava a rientrare a casa alle sei del mattino della domenica con la prospettiva di dover essere nuovamente sul set alle cinque del lunedì mattina.
Il lavoro così strutturato era talmente atipico che… le maestranze non erano disposte a seguirlo. Reacher è stato pertanto girato con due troupe che si alternavano nel corso dei sei giorni di lavorazione.
Peccato che invece Ritchson fosse uno solo e che in questo modo spesso nell’arco di una singola giornata di lavoro si ritrovava a girare scene con entrambe le troupe, ritagliandosi a malapena il tempo, tra una scena e l’altra, di memorizzare le battute e provare le coreografie della puntata successiva. E questo mentre, dati i ritmi sostenuti e le lunghe ore di lavoro, riusciva a dormire a malapena tre ore a notte.
Come se non bastasse, a causa della stanchezza era molto più facile commettere degli errori sul set. E in una serie come Reacher sbagliare può significare farsi molto, molto male.
A un certo punto, a causa di infortuni vari durante le scene di azione, Ritchman aveva una spalla quasi fuori uso, dolori all’addome e ai muscoli, difficoltà respiratorie e una squadra di medici che lo pompavano di ibuprofene e steroidi per permettergli di portare a termine le ore di lavoro.
A riprese finalmente terminate, l’attore si è dovuto operare alla spalla che non riusciva più a muovere (dato che a quanto pare era rotta!) e, sottoponendosi ad alcune analisi del sangue, ha scoperto che la bomba di antistaminici a cui lo sottoponevano quotidianamente a lungo andare aveva quasi azzerato i suoi livelli di testosterone.
E dato che il testosterone ha un ruolo determinante nella formazione dell’emoglobina, che permette la circolazione dell’ossigeno nel nostro corpo… Alan Ritchson durante le riprese di Reacher stava letteralmente rischiando di morire soffocato.
È difficile ascoltare una simile testimonianza senza sorprendersi per l’abnegazione stoica con cui Ritchson ha affrontato la situazione e la relativa serenità con cui ne parla a posteriori. Ma è anche difficile non porsi domande sulla legalità di certe situazioni e sull’opportunità di denunciarle anziché subirle.
E soprattutto sull’effettiva diffusione, nei set televisivi e cinematografici, di pratiche distruttive e lesioniste quanto quelle descritte da Ritchson. Torna ad esempio alla mente quanto emerso sulle condizioni di lavoro sul set di Batwoman che sono costate il ruolo da protagonista della serie a Ruby Rose.
(Ah se siete preoccupati per Ritchson in vista della seconda stagione di Reacher, rasserenatevi: a quanto pare a conclusione delle riprese della prima, l’attore ha già pattuito con la produzione ritmi di lavoro più umani e sostenibili per le successive)